venerdì 25 novembre 2011

Contemplando l'alba

La luce del sole risplende in tutta la sua magnificenza di fronte ai miei occhi, e carezza leggermente il mio viso, che ora sembra perdere ogni accenno alle ansie che lo hanno segnato.
Il mio corpo, provato dal lungo cammino, ricomincia a riprendere vita, animandosi di una nuova energia che sostiene i miei passi.

Sto bene, sono felice, e non mi serve altro.


sabato 24 settembre 2011

La Marcia

Proprio adesso mi ritrovo a pensare che, spesso, la vita va nel verso sbagliato solo per metterci alla prova. Vedere fin dove siamo capaci di sopportare. Fino a che punto siamo volenterosi a sprofondare nel fango. In sostanza, ritengo che dopo i periodi più bui, alla fine, qualcosa di buono arriverà.

"All sweet things will come again"

domenica 11 settembre 2011

Vertigine, ancora.

A volte capita di volare. Ed il volo porta a grandi altezze.
Ma spesso, quando voli, puoi anche cadere.

E la caduta sembra interminabile.
Interminabile e dolorosa.

Ma poi apri gli occhi, e scopri che quella era solo una proiezione mentale, e che la strada è ancora lì che attende di essere percorsa.

Eppure la sensazione rimane.
E ti da i brividi.

Un pò come adesso, quando sai che ti stai muovendo lungo una via che porta molto in alto, ma che al minimo passo falso, ti attende il baratro.

Stabilire un traguardo basta per evitare i pericoli? Penso proprio di no. Però può motivarti a procedere, benché consapevole delle possibili conseguenze.

In sostanza, è meglio procedere e poi fare i conti con le proprie abilità, piuttosto che restare lì a rimirare il panorama da un punto sicuro.

...e quindi percorriamola, questa strada, che il tempo di leccarsi le ferite è passato da un pezzo.


domenica 7 agosto 2011

Labirinto quotidiano

Leggo sempre più spesso di "relazioni" (nel senso più ampio del termine), se così possono essere chiamate, costruite sulle menzogne.
E sempre più spesso mi chiedo come è possibile che queste riescano anche solo a rimanere in piedi, o addirittura a nascere.

Cioé non so... gente che dice di apprezzare molto dell'altra persona, quando in realtà, in separata sede, non si fa remore a sparlare dicendo il peggio, spesso e volentieri con compiacimento.
Poi però, ovviamente, si torna tranquilli e sorridenti e si va avanti così.
Menzogne.

Questa smania di apparire di fronte agli altri, perché di questo si tratta, alla lunga infastidisce.
E benché sia una questione di facciata, la gente la carica di importanza. E cerca anche di affibbiagli un significato.

Come se fossero queste le cose importanti. Apparire, far vedere, e poi, tranquillamente, mentire.

...

Paradossale.


martedì 31 maggio 2011

La fiamma liquida

La mia energia è a livelli stratosferici.

E dire che prima ero un pò scocciato e sotto tono.
Mi annoiavo di ogni cosa e, addirittura, respingevo gran parte delle cose che mi hanno sempre fatto piacere.

Ma adesso vedo di fronte a me ciò che potrei definire l'alba della gloria.
Cioé capiamoci... le cose cominciano a filare per il verso giusto.
Vita, colore. Ogni cosa assume una diversa connotazione e si incastra alla perfezione nel mio schema di vita.

Sto riscoprendo un vigore che credevo di aver dimenticato.
Quello stesso vigore che mi permette di fare cose impossibili.
Quello stesso vigore che mi predispone ancora più gentilmente del solito verso gli altri.
Quello stesso vigore che mi permette di affrontare ogni cosa con un grande sorriso di compiacimento, perché ogni sfida che ci si presenta davanti è un'occasione per migliorare.

Credo che ciò che mi scorra dentro al momento sia come una violenta fiamma liquida.
Fiamma che mi anima, e mi riscalda, e che abbatte tutto ciò che incontra, ma con l'intento di scomporlo e poi riassimilarlo al suo interno, come parte di esso, divenendo sempre più impetuosa.

Posso giurarvelo adesso con la mano destra sul cuore: la mia positività non ha confini.

E a questo proposito, mi sovviene alla mente un'immagine piuttosto evocativa che non mi dispiace affatto: il guerriero valoroso che, dopo la battaglia furiosa, corre lungo la prateria al di sopra del suo fidato cavallo, passandosi la mano tra i capelli per poter estendere il suo sguardo vigile verso l'orizzonte, battendosi con forza il petto e urlando...

Sono ancora vivo, e la mia corsa non si arresta quì.


lunedì 23 maggio 2011

Mettersi in gioco

Sono passati già un paio di giorni dell'inizio della mia riflessione riguardo l'importanza di superare i propri limiti.
Andare oltre.

Trovare il coraggio di fare ciò che ci si vergogna di fare, ma non solo.
Trascendere se stessi e le proprie abitudini. Allargare i propri orizzonti.
Rischiare. Sperimentare. Mettersi in gioco.
Assaporare. Scoprire. Tastare.

Espandere le sensazioni. Avventurarsi in territori nuovi e inesplorati.
Come il viaggiatore che si dirige alla volta di esotiche località semplicemente per il gusto di volerlo fare, guidato da un insolito brio.

Stamattina rileggevo I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe e, tra le varie righe, mi è saltata all'occhio una frase banale, ma che comunque mi ha fatto riflettere un pò.

"...non merita minor biasimo del vile che, per paura di prenderle, evita i contatti col nemico."

Alla fine è proprio questo il punto. La paura di sbagliare porta al rifiuto del nuovo, e quindi alla chiusura mentale. Ora, c'è gente a cui questo non dispiace, ma io onestamente non riuscirei a sopportare un'esistenza simile, che a mio modo di vedere non è di alcun interesse. Per questo ho preso la mia risoluzione: fare uno sforzo di prospettiva e riuscire a fare quel passo in avanti che può smuovere la situazione, senza timore dell'ignoto e della sconfitta.

In sostanza, il discorso riguardante gli errori che servono per migliorarci, per elevare la nostra coscienza ad un livello superiore, in modo tale che essa possa superare difficoltà sempre maggiori senza temere costantemente il peggio, ha il suo fondo di verità.

E sì, sono parole risapute. Ma quando qualcosa viene vissuta sulla propria pelle per la prima volta, o quando la si riscopre, si riesce ad assimilare il senso più profondo della sua mera essenza, e, a volte, se ne carpisce la semplice, quanto sconvolgente, veridicità.

Aprire la porta e semplicemente sporgersi a guardare è senza dubbio la via più comoda e meno dolorosa, ma alla fine cosa resta? Probabilmente, solo il rammarico per non aver cominciato a camminare.

Quindi, perché non sfidare noi stessi e tentare di cambiare le cose? Alla fine della fiera, si potrà comunque asserire con onorevole tranquillità di aver vissuto.



lunedì 16 maggio 2011

Il Velo di Maya

Ultimamente finisco col chiedermelo anche fin troppo spesso, e la cosa mi da fastidio.

È una sensazione familiare.
Quella sensazione che ti fa dire: C'è qualcosa che non va.

È come avere una sottile lama di rasoio che ti passa lentamente sulla pelle, accarezzandoti col suo gelido filo d'acciaio. Brividi e sudore freddo.
Non solo: alla lunga diventa un'ossessione. Di quelle che ti rendono quasi paranoico.

Ma di che si tratta esattamente? Di un semplice sospetto.
Magari è solo un'illusione, ma di fronte ai miei occhi è come se piccole macchie di colore prima nascoste emergessero per la prima volta, per trasformare ciò che vedevo in altro.

Non saprei dirlo con esatta precisione matematica, ma ho l'impressione che alcune persone mi prendano in giro, nascondendo gran parte di alcuni loro pensieri che in qualche modo mi coinvolgono. Oppure, sempre seguendo una supposizione, credo che si tratti di... esclusione. Di qualcosa in cui non sono ben accetto, per un motivo o per un altro.

Siamo chiari: non ho intenzione di accusare nessuno, ma il mistero non è il mio forte. Non sono mai stato così abile nel leggere le tanto chiacchierate sfumature tra le righe. A dire il vero, spesso e volentieri, anche se non sempre, mi piace essere piuttosto diretto.

Ora... esistono i cosiddetti silenzi che mettono a disagio, e sento che molti di questi stazionano vicino a me, ricoprendo gran parte delle cose che mi circondano.

Ho sempre detto di aver bisogno di tranquillità e quiete, ma una cosa simile non era esattamente quello che intendevo.

Esiste davvero quel "qualcosa che non va"? Forse no. Forse sono solo io che mi lascio suggestionare, come spesso succede. Ma c'è qualcosa che non mi fa piacere e, per quanto possibile, vorrei capire di che si tratta.

Ma può essere anche che, e solo ora ci sto riflettendo, la mia "strana sensazione" sia generata unicamente dalla frustrazione del sentirsi ripetere che "non è roba per me", o "non lasciarti mettere i piedi in testa" e altre cose del genere.
Mi capita frequentamente di adirarmi per cose di poco conto, addirittura per piccole prese in giro tra amici.

Me ne rendo conto e ne soffro tanto. Perché non è così che le cose dovrebbero andare. No, no e no! Eppure, io cerco di tenere a freno i miei impulsi spesso distruttivi, che, dopo un'esame di coscienza, sono rivolti più verso me stesso che verso gli altri.

Insicurezze sulla propria persona portano a questo condizionamento mentale? Magari sì. Un simile atteggiamento depressivo e auto-lesionista non è stato mai da me assolutamente richiesto. E allora perché continuo a riempirmi la testa di tutte queste domande?

Cercare di non pensarci non mi aiuta. Onestamente, ci penso ogni secondo di più.
Ma io non ho intenzione di arrendermi senza lottare.

Sono passato attraverso tanti avvenimenti. Di alcuni conservo ancora un bruciante ricordo che - quando mi capita di ripercorrere mentalmente il mio vissuto - mi fa quasi salire le lacrime agli occhi, anche semplicemente parlandone con gli altri, con un accenno quasi di malinconia.
Tempo addietro, la mia risoluzione è stata quella di avanzare sempre a testa alta, dimostrando il mio valore. Non poche persone spesso mi hanno definito "un'uomo d'acciaio" per tutta una serie di scelte intraprese.

Di conseguenza, anche se non mi sento a mio agio al momento...

...I'll try to hold on 'till this feeling is gone.



venerdì 11 marzo 2011

Sotto un cielo primaverile | Vertigine

parte I

Una giornata singolare che non disprezzo affatto. Anzi, mi garba assai.

Il sole illumina dolcemente la mia faccia e proietta l'ombra della mia piccola penna sul foglio, ripiegato in maniera disuguale.
Attorno a me un largo spazio, dove innumerevoli persone camminano, ridono e scherzano.

L'atmosfera è particolare. A tratti placida, a tratti laboriosa.
Io sono pigramente disteso con le spalle contro il muro giallo perimetrale del chiostro della facoltà, guardandomi attorno e coglie
ndo con lo sguardo tanti piccoli dettagli.

Un leggiadro sottofondo musicale accompagna la mia penna che sembra danzare sulla superficie del foglio.

La mia mente è sgombra dalle oppressioni, dalla fretta, dagli impegni.
L'unica cosa che ora ha senso è godersi questa fiammata di vita che mi appare così intensa da riuscire addirittura a rappresentarla.

Una sorta di figura celestiale, seduta
al mio fianco, che trascorre questo magnifico momento parlandomi di tutto ciò che vi è di bello in questo pianeta.
E le nostre menti sono sintonizzate, e siamo mano nella mano, e riesco a carpire parte del senso di questa vita in una specie di mirabolante viaggio libero dalle convenzioni, dai limiti e dalle inezie altrui.

Se la mente ci rende liberi, io ora sto volando al di sopra del mare scintillante, nella brezza, contento di assaporare una sensazione che non tutti colgono. Oggi è una magnifica mattinata. Spero l'abbiate vissuta come l'ho vissuta io.

parte II

Scusatemi.

Per un momento mi sono perso.
Ho davvero smarrito la cognizione del tempo, in maniera alienante.

Tutto parte dalla vista.
Ho contemplato a lungo, in silenzio, con glaciale pazienza.
Neanche un sibilo, una frase, un cenno.
Nulla.
Solo in mezzo alla moltitudine.

Ho osservato, e mi sono disperso all'interno dei suoi occhi, lungo i suoi capelli, attorno alle sue labbra.
Il suo viso radioso, tra i tanti vicini, tutti così uguali.

Un potere magnetico eppure estremamente piacevole.

Lasciatemi impazzire quando voglio.
Non me ne vergogno per niente al mondo, se la visione è questa.

venerdì 25 febbraio 2011

Ingranaggi

Cerchi di mettere in moto le cose ma nulla va davvero al suo posto.
Credi di aver recuperato tutti i singoli pezzi quando improvvisamente ti appare chiaro che il progetto è ben diverso da come te l'eri immaginato.

E la confusione ti prende alle spalle e ti porta a terra.
Ti calpesta nell'orgoglio e nel morale, e ti lascia lì a sanguinare in silenzio.

Insomma... fai il possibile ma non ci riesci. A questo punto che senso ha?

sabato 29 gennaio 2011

La Danza dei Ricordi

Mi sembra incredibile. Così tanto che ancora non riesco a crederci.

È notte fonda.
La città tace quasi del tutto.

I miei passi sono l'unica cosa che mi fa sentire vivo in questo cimitero urbano. Per il resto, la mia mente è un tutt'uno con lo splendido cielo notturno, che pigramente mi osserva.

Tornando sulla via di casa, sono stato assalito da una cascata di pensieri.

In parte liete memorie, in parte sensazioni agrodolci.

E mi sono ritrovato a pensare al passato, sapete.
Ad alcune persone che ora non sono più così presenti nella mia quotidianità.


Che cosa è successo in questi anni?

Perché, al momento, comincio a pensare di essere divenuto un essere fin troppo cinico e scostante verso certe cose?

È la mia mente che cerca di non pensarci per non patire ulteriormente, o si tratta di un senso di colpa da rimuovere?
Non so, potrebbe essere una cosa come un'altra.

Al momento sto pensando a cosa sarebbe potuto succedere allora, se...

Troppi se...
Ma ne ho in mente un altro, chiaro come una fiamma nella notte oscura...


...e se, in effetti, non fosse poi così tardi come penso?

giovedì 27 gennaio 2011

Corsa a perdifiato lontano dalla Realtà

Ovunque, o quasi, leggo di cose del genere.
Vite vuote. Vite trasportate dal vento che tira.


Gente che sostiene di non avere sogni, oppure, se ne ha, sogna solo catastrofi, indirizzate alla propria persona o all'intero genere umano.
Stanchezza di vivere, paranoia.

Il futuro di costoro gli sfugge di mano come un mucchio di sabbia.

E non solo: oltre alla noia del presente e al disprezzo del futuro, rifuggono anche dal passato.
Ma il passato è lì, pronto a morderli al primo passo falso, e quindi non c'è altra scelta che urlargli contro in preda al furore.


Per come la vedo io, il passato è da analizzare per capire meglio se stessi, ma a questo punto, con questa "morte dei sentimenti" sempre più generalizzata, a che servirebbe? Ci siamo rammolliti a tal punto che alla prima difficoltà, al primo piccolo ostacolo, al primo smarrimento in questo labirinto chiamato vita, chiudiamo gli occhi e corriamo lontano alla cieca cercando di dimenticare tutto, come un brutto sogno per i bambini?

Tra l'altro, oltre a tutto questo, noto la freddezza assoluta addirittura nei rapporti interpersonali.
Sempre più forzati, più snervanti.
Niente più slanci vitali, niente più sensazioni genuine, nulla...

Un enorme vuoto, una gigantesca cappa di qualunquismo e indifferenza.


Una titanica presa in giro, dico io.

Le persone vanno alla deriva, allontanandosi sempre più, odiando sempre più loro stessi, e di riflesso anche gli altri. Ognuno sempre pronto a schernire l'altro per la prima casualità su cui si concentra l'attenzione.

E mi viene da pensare che sì, la solitudine fa male, se presa nel modo sbagliato.

I latini insegnano:

L'uomo è artefice del suo destino.

Ma per queste persone, questa esistenza che svanisce sempre più rapidamente un minuto alla volta davvero porterà alla realizzazione di qualcosa?

Me lo chiedo, anche se onestamente ne dubito.

lunedì 10 gennaio 2011

La Terra delle Meraviglie Sommerse

Voglio mettervi a conoscenza di una mia visione avuta poco fa.
Si è trattato di un lampo, un microsecondo, eppure - ne sono certo - l'ho vista e, cosa ancora più singolare, mi sembrava di sentirla parlare.

L'ho visto!

Un mondo diverso.
Un mondo isolato.
Un mondo tranquillo.

Un luogo scintillante, dalla bellezza tentatrice, che benché immerso nel silenzio sembrava parlarmi.

L'atmosfera è piacevole, e tutto - ad una prima occhiata - sembra immobile.
Subito dopo mi rendo conto del perché: tutto ciò che vedo è al di sotto di un'enorme massa d'acqua.

Gli abissali flutti hanno imposto la loro sovranità.

La cosa mi piace, e mi sento magneticamente attratto da tutto questo. Mi sembra quasi di sentire l'acqua carezzarmi il corpo.

Uno spazio enorme, sconfinato, ricco di forme di vita dai mutevoli colori e dalle più disparate dimensioni che ruotano, danzano e si intrecciano.
Piante variopinte, alcune alte in maniera sovrumana, ergono i loro steli verso la luce che, pacatamente, illumina il tutto.

Uno spazio quasi cristallizzato, mai visto prima, eppure così familiare.

Strane costruzioni, in parte in rovina, si ergono in giro. Al loro interno non vi è traccia di mobilio, solo pochi oggetti che toccano diversi momenti del proprio vissuto.

...

E poi tutto è terminato!

Suggestioni? Incubi dati dalla follia? Non saprei.

Credo sia una sorta di struttura mentale molto singolare che mette in collegamento tante piccole cose che mi riguardano. Probabilmente le più preziose.



domenica 2 gennaio 2011

Le Fiamme Divoratrici

Prendi fuoco e brucia, davanti ai miei occhi, in modo tale che con le tue fiamme

io possa riscaldare il mio corpo che patisce un freddo che non so descrivere.

Prendi fuoco e brucia, davanti ai miei occhi, in modo tale che con le tue fiamme

io possa illuminare un cammino che mi appare anche fin troppo oscuro.

Prendi fuoco e brucia, davanti ai miei occhi, perché la fiamme che divoreranno ogni cosa

sono ciò che segnerà la fine di tutto questo.



sabato 1 gennaio 2011

Ancora...

...il rumore di qualcosa che si spezza.

È così fragile e instabile la nostra vita?
O sono i soliti fantasmi, che tornano ad ossessionarti?


artwork: "Of Ghost and Glass" by octane2 (DeviantArt)