giovedì 30 settembre 2010

Self Identikit

Una serata fresca e leggermente ventilata. La testa mi duole, e il mio corpo non vuole saperne di muoversi, ma c'è sempre qualcosa da fare in tarda serata, ad esempio una passeggiatina con l'amico canino tanto caro. E così, mi infilo le scarpe, prendo le chiavi e via... a spasso per il mondo. Attraverso a rapidi passi l'androne totalmente buio del mio palazzo e subito sono in strada.

E non c'è nessuno.
A parte le varie automobili che sfrecciano senza sosta lungo la strada, l'unico suono umano è quello dei miei passi.

Un'atmosfera che mi sta molto a cuore, devo ammetterlo.

Da soli, di notte, in strada, avvolti dal freddo e persi nei propri pensieri, con lo sfondo cittadino che è tutto un coro di luci che si perdono una nell'altra.
Sì, lavoro troppo di testa, ma non ci posso fare niente. Mi piace esplorarmi e scoprire quelle piccole cose di me che prima denigravo. Magari sono un pò troppo "romantico" nelle mie riflessioni. Mi lascio trasportare dalle mie suggestioni. Mi emoziono abbastanza facilmente e ogni cosa non è quella che appare, anche la più banale. C'è sempre, sul fondo, qualcosa di più, che magari gli altri non percepiscono.

Con un cielo scuro che mi sovrasta, e le poche stelle visibili che mi guardano silenziose, sotto la pallida luce dei lampioni che illuminavano la mia via, riflettevo: per quale motivo continuo ad andare avanti giorno per giorno?
Bella domanda, se me lo chiedete. Almeno una volta nella vita una persona si pone questa domand
a. Io me la pongo molto di frequente, perché sono facilmente influenzabile dalle mie esperienze vissute.

Che siano le ambizioni?

Certo, potrebbe essere. Mi piace pensare che un giorno sarò esattamente come mi immagino ora. Lavoratore, magari libero professionista, ma sempre con la fissa della musica. La mia adorata musica. A volte riesco a vedermi, in una pigra domenica soleggiata, in casa, con la luce che mi avvolge, tranquillamente seduto sul divano con la mia chitarra in braccio, a suonare, con un sorriso di compiacimento e serenità autentico.

Lo ammetto, sto sognando troppo. Torniamo coi piedi per terra.

Indubbiamente allora saranno le tue passioni attuali.
E chi può dirlo? Sicuramente al momento sono più che contento delle mie passioni. Le arti marziali, ad esempio. Il praticarle mi piace, mi rilassa, e voglio continuare così, ancora per lungo tempo. Ma sento che non è quella la vera risposta. O meglio, è solo una mezza verità.

E allora cosa?

C'ho pensato su a lungo. Davvero.
Credo si tratti di... amicizia.

Sì, penso sia quello. E vi spiego anche perché.
Ultimamente
sono successe un pò di cose che mi hanno fatto riflettere. Gli anni passano, portando nuove situazioni che si è chiamati ad affrontare. Se le si affrontano di petto, allora le cose in genere volgono al meglio. Di situazioni spiacevoli e tese, che pensavo avessero conseguenze catastrofiche, ne ho affrontate abbastanza, e credo di avere una certa esperienza, anche se non pretendo di essere questo grande guru dell'umana stirpe.

Una volta che sono riuscito a lasciarmi tutto alle spalle, a distanza di lungo tempo, durante una normale chiacchierata tra amici, siamo ritornati sull'argomento, realizzando che non ci siamo mai voltati le spalle. Sentirmi chiamare vero amico è stato... commovente. Ha avuto grande significato.

E forse è proprio per questo che continuo a portare avanti la mia vita giorno per giorno. Per me, per ciò che mi piace, ma soprattutto per le persone che mi conoscono, e per cui rappresento qualcosa di prezioso.


In conclusione: vi ringrazio, cari amici. Con voi tutto ha
più significato!

mercoledì 8 settembre 2010

Resta e osservami sanguinare

Stasera voglio mettervi al corrente di una mia riflessione abbastanza singolare, che probabilmente nella società odierna potrebbe risultare strana e il significato non potrebbe essere compreso appieno (vedi anche: pensiero odierno; logica convenzionale). Dunque...

...in uno dei miei soliti deliri, mi sono chiesto cosa una persona sarebbe disposta a fare per "materializzare" il proprio sentimento nei confronti di un altro. Correndo avanti e indietro con la mente, per luoghi e tempi sconosciuti, la mia attenzione, forse per banalità o per rapida - quanto forse stupida - associazione mentale, è stata catturata dal sangue.

Mi sembra una riflessione alquanto torbida, a tratti macabra, ma comunque anche su questo bisogna interrogarsi. E così mi sono chiesto: "come potrebbe essere visto un dono simile? Cedere parte del proprio stesso sangue in memoria (o simbolo, o che dir si voglia) di una cosa del genere? Ed io, sarei felice di accettarlo?"

Se me lo chiedete... probabilmente sì. Non so voi, ma io comunque lo trovo un gesto poetico e carico di un significato quasi ancestrale. Se si riesce a sopportare il dolore e sanguinare per qualcuno, allora si deve avere comunque un buon motivo.


Voi che ne pensate? Sono io che non sono adeguato per il mio tempo o è il mondo che sta perdendo tante piccole cose?