lunedì 25 gennaio 2010

Una vecchia stanza


La porta chiusa, rovinata dal tempo, si apre lentamente.
I vecchi e arrugginiti cardini, consunti dalla lunga usura, cigolano sinistramente.
La luce è spenta. Lo è da troppo tempo. L'unica luce percepibile è quella alle proprie spalle.

I pochi mobili rimasti sono ormai totalmente coperti di polvere.
L'intonaco sulle pareti, quasi completamente sbiadito, è sfaldato in più punti, e tali crepe mostrano la nuda essenza delle mura perimetrali.
I vetri delle finestre, che danno sulla strada antistante, sono oramai opachi.

Mossi pochi passi all'interno, la sensazione di smarrimento che vagamente si avvertiva prima ora diventa totale.
Ci si perde in quel vuoto. In quella stessa stanza che prima era fonte di protezione.
Con una mesta camminata, arrivati vicino alle finestre, si da una rapida occhiata al panorama circostante.

La pioggia, che da poco ha cominciato a scendere, dona all'atmosfera, già cupa di suo, un che di funebre. I bassi tetti delle case, coperti dalle antenne televisive, confermano questa triste sensazione.

"Che senso ha tutto questo?"

La domanda non tarda ad arrivare. La risposta, data dopo un lungo sospiro, è comunque risaputa...

"Nessuno!"

Distolto lo sguardo dall'ambiente urbano, si torna a contemplare quella stanza vuota.
Vaghi ricordi di felicità tornano in mente.

Ma oramai, quella stessa felicità si scopre fittizia e fasulla.
Al momento, si ha molto di meglio, e quei vecchi ricordi, insieme a quella stanza, sono solo parte del passato, e nient'altro.