sabato 5 giugno 2010

I Flutti lucenti e l'oscuro Abisso

È tutto lì come è sempre stato.
Solamente il vento modifica il paesaggio, smuovendo nuvole sfavillanti e facendo sfrigolare leggermente le fronde degli alberi.

Il sole illumina totalmente le lande, come se volesse abbracciare con dolcezza il mondo intero.


Oltre i campi raggianti e le rare, brulle colline, si distende l'infinito.

Una enorme distesa d'acqua, che, riflettendo i raggi solari, sembra ancora più sfavillante.

Camminando con assoluta calma, ci si fa strada tra le messi, che emettono un dolce profumo. Poco più avanti, una piccola fila di formiche si mette operosamente in movimento.

Arrivati nei pressi della riva, una enorme formazione rocciosa offre riparo dal caldo afoso che, senza fretta, continua ad aleggiare in cielo. Senza sapere il perché, si depongono le leggiadre vesti sulla nuda pietra, e ci si lancia in quello sterminato blu.

Trattenendo il fiato, si comincia a scivolare sempre più in profondità, verso le tenebre. Il freddo, con dita spettrali, afferra il corpo in ogni suo punto. Un lieve tremito, e la discesa continua.
Sempre più giù...
sempre più giù...


D'istinto però, come per un qualcosa di ancestrale, con un rapido movimento rotatorio, le nostre mani cercano l'aria. Quella prigione acquatica adesso incute terrore.

In maniera spasmodica, quasi delirante, il corpo di agita, in maniera progressivamente più veloce. Finché finalmente non si riemerge, e i raggi solari, per un attimo dimenticati, tornano a baciarci la faccia.


E in quell'istante, ci si lascia andare, senza troppi pensieri, a quella quiete assoluta...