venerdì 11 marzo 2011

Sotto un cielo primaverile | Vertigine

parte I

Una giornata singolare che non disprezzo affatto. Anzi, mi garba assai.

Il sole illumina dolcemente la mia faccia e proietta l'ombra della mia piccola penna sul foglio, ripiegato in maniera disuguale.
Attorno a me un largo spazio, dove innumerevoli persone camminano, ridono e scherzano.

L'atmosfera è particolare. A tratti placida, a tratti laboriosa.
Io sono pigramente disteso con le spalle contro il muro giallo perimetrale del chiostro della facoltà, guardandomi attorno e coglie
ndo con lo sguardo tanti piccoli dettagli.

Un leggiadro sottofondo musicale accompagna la mia penna che sembra danzare sulla superficie del foglio.

La mia mente è sgombra dalle oppressioni, dalla fretta, dagli impegni.
L'unica cosa che ora ha senso è godersi questa fiammata di vita che mi appare così intensa da riuscire addirittura a rappresentarla.

Una sorta di figura celestiale, seduta
al mio fianco, che trascorre questo magnifico momento parlandomi di tutto ciò che vi è di bello in questo pianeta.
E le nostre menti sono sintonizzate, e siamo mano nella mano, e riesco a carpire parte del senso di questa vita in una specie di mirabolante viaggio libero dalle convenzioni, dai limiti e dalle inezie altrui.

Se la mente ci rende liberi, io ora sto volando al di sopra del mare scintillante, nella brezza, contento di assaporare una sensazione che non tutti colgono. Oggi è una magnifica mattinata. Spero l'abbiate vissuta come l'ho vissuta io.

parte II

Scusatemi.

Per un momento mi sono perso.
Ho davvero smarrito la cognizione del tempo, in maniera alienante.

Tutto parte dalla vista.
Ho contemplato a lungo, in silenzio, con glaciale pazienza.
Neanche un sibilo, una frase, un cenno.
Nulla.
Solo in mezzo alla moltitudine.

Ho osservato, e mi sono disperso all'interno dei suoi occhi, lungo i suoi capelli, attorno alle sue labbra.
Il suo viso radioso, tra i tanti vicini, tutti così uguali.

Un potere magnetico eppure estremamente piacevole.

Lasciatemi impazzire quando voglio.
Non me ne vergogno per niente al mondo, se la visione è questa.